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La Rai arriva al Core per un servizio sul progetto “Fantasie di turbanti”

Una troupe di RaiTre è arrivata lunedì mattina al Core, nella sede di GRADE Onlus e nel reparto di Ematologia, per un servizio sulla bella iniziativa nata grazie alla collaborazione tra la Fondazione e Noemi Romanazzi, che ha portato alla realizzazione di turbanti e fasce copripicc per i pazienti che affrontano terapie ematologiche o oncologiche.

La troupe, composta dal giornalista Nelson Bova e dall’operatore Massimo Vuotto, ha intervistato Noemi sull’origine del progetto, partita dalla sua esperienza personale, quando un anno fa ha affrontato la chemioterapia.

“Una terapia che come noto porta alla perdita dei capelli – ha raccontato la ragazza davanti alle telecamere – e mi è sembrato importante che anche in queste condizioni ci si potesse sentire in ordine e a proprio agio. Le donne che affrontano queste terapie hanno la possibilità di utilizzare delle parrucche, ma da molte di loro non viene vista come una soluzione confortevole. Io ho scelto subito di usare il turbante abbinato al copripicc e da questo è poi nata la voglia di fare qualcosa anche per gli altri che si fossero trovati nella mia situazione”.

Noemi si è rivolta ad alcune amiche, una esperta di cucito e un’altra con una attività lavorativa nel settore tessile, e così è nato il progetto: ora i turbanti realizzati con modelli diversi, dai più semplici da indossare a quelli un poco più elaborati che richiedono una certa pratica, vengono donati ai pazienti dell’ematologia (il primo gratuitamente, eventuali altri al costo simbolico di 10 euro, per sostenere le attività di GRADE Onlus). Un progetto che ha subito riscontrato un grande successo: i turbanti sono stati richiestissimi, ed ora ci sono aziende tessili che si fanno avanti per donare tessuti a GRADE così da realizzarne di nuovi. Ma non solo: ci sono state richieste di pensare qualcosa di simile, ad esempio un bandana, anche per pazienti uomini, una proposta su cui si è già iniziato a lavorare. La troupe ha intervistato anche il direttore della Fondazione GRADE, Roberto Abati, che ha spiegato:

“Crediamo sia importantissimo che i pazienti si sentano valorizzati come persone e non solo come malati da curare. Sentirsi a proprio agio durante il percorso della malattia quando si devono affrontare delle terapie importanti che mettono a dura prova il fisico e la psiche , è determinante per continuare a lottare e affrontare in modo positivo il cammino verso la guarigione”.

Il servizio è andato in onda sul telegiornale dell’Emilia Romagna lo stesso giorno delle riprese, lunedì 24 ottobre:

 

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